CONFERENZE

QUATTRO INCONTRI CON GLI STUDENTI
DELL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA A MILANO

 

L’ARTE E LE FILOSOFIE ORIENTALI

COORDINATORE PROF. PINO MANOS

 

1°   INCONTRO :  si tratteranno i seguenti argomenti
 

•Meditazione e processo creativo

•Come nasce la creatività : la personalità e l’anima

•La meditazione nelle opere di Piero della Francesca e Domenico Veneziano

•La mente intuitiva , la mente del cuore e la mente razionale

•La geometria Sacra e le sue funzioni

•I vari simboli come espressione e sintesi di un linguaggio occulto

Importanza delle filosofie orientali nel pensiero occidentale :

nel 1880 con l’Impressionismo Monet e Van Gogh

nel 1900 con Kandisky , Malevic , J.Pollok , H.Hartung , Yves Klein , Mark Tobey , Lucio Fontana

•Approfondimento del concetto di “ Spazialismo “ di Lucio Fontana e la teoria di “ Spazio Essenziale “ nella filosofia indiana

 

2°    INCONTRO :  si tratteranno i seguenti argomenti

•La fisiologia occulta del corpo umano

•I Chakra : centri energetici corporei ed extra corporei dell’uomo

•La trasmutazione degli istinti

•Appropriarsi della propria sessualità perché è una porta di accesso ai piani più elevati di coscienza

•Creare nuovi percorsi di coscienza per nuove realtà , nuove scelte e nuovi modi di vivere e di essere

•La coscienza e la creatività

•Riappropriarsi del tempo presente

•E’ tempo che gli esseri umani diventino sovrani di se stessi con l’autocoscienza e la ricerca interiore

•Come dovrebbe essere lo sguardo dell’artista : l’importanza della cultura e della contemplazione per avere una

polarità di percezione e coscienza , di astrazione e oggettività , risvegliando l’incantamento poetico

 

3°    INCONTRO  :  si tratteranno i seguenti argomenti

 

•Approfondimento sulle filosofie orientali :

LA CINA  –  L’INDIA  –  IL BUDDHISMO

Dimostrazione pratica con la visione di dipinti originali antichi  cinesi e indiani , evidenziandone l’attualità con l’arte contemporanea occidentale

 

4°    INCONTRO  :  si tratteranno i seguenti argomenti

•Concentrazione – Meditazione – Contemplazione

•I vari piani di coscienza

•Le linee di forza  nell’uomo e nelle opere d’arte

•La geometria occulta

•La contemplazione come superamento della dualità

•Smettere di cedere il nostro potere decisionale per essere coloro che mostrano la strada nella vita e nell’arte

•Sperimentare attraverso la meditazione l’intero spettro di frequenza per raggiungere uno stato di libertà

•Dimostrazione pratica della nascita del suono , dal silenzio al suono siderale con l’ausilio di campane tibetane

e mongole

•L’importanza della forma e del colore nel contesto della Vita dell’essere umano

 

ESPERIENZA PRATICA DI MEDITAZIONE

 

DUE INCONTRI CON GLI STUDENTI DELL’ACCADEMIA
DI BELLE ARTI DI BRERA A MILANO

 

LA DIMENSIONE ONTOLOGICA DELLA PATERNITA’

 

COORDINATORE PROF. PINO MANOS

 

Il padre rappresenta colui che elargisce al figlio l’iniziazione ai grandi misteri della vita.

La dimensione ontologica della paternità in quanto forza cosmo genetica prima ancora che antropogenetica .

Il figlio compete con lui per il dominio dell’universo .

Nella mitologia greca Kronos prende il posto di Urano tagliandogli i testicoli e Giove il posto di Kronos .

L’iniziazione consiste nell’affidare al Figlio i poteri del Padre solo se si è spogliato dell’umanità diventando una forza cosmica impersonale .

Dice Gesù “ E’ necessario che l’uomo nasca una seconda volta per accedere al regno dei cieli “ : il nato due volte .

Per diventare uomo adulto il Figlio deve poter “ uccidere “ il proprio Padre .

Se incontri il tuo maestro ( il padre ) dice l’assioma , uccidilo , vuol dire abbattere tutti gli ideali e le identificazioni per penetrare nella dimensione dell’Essere dove niente e nessuno può essere ucciso .

Nella nostra società è venuto meno il rituale della trasmissione dei poteri dagli anziani ai giovani che costituivano gli antichi Misteri .

Pertanto lo sbandamento delle giovani generazioni , oltre che per la mancanza di lavoro nasce dal fatto che non hanno risolto il complesso edipico portandosi dentro la conflittualità con il padre .

Nella teologia cristiana la figura del Padre emerge solo attraverso il Figlio che ha la potestà di giudice del mondo in quanto “ Figlio dell’Uomo “ .

La dimensione esistenziale per un giovane dovrebbe essere : “ donare se stesso per essere se stesso “ .

Ciò consente di realizzare l’unificazione dell’io con il Sé , attraverso scienza e coscienza cogliendo l’anima e realizzando la centralità dell’Essere per la nascita di una “ Nuova Terra “ in una comunità attuata con l’unione civile , sociale e spirituale .

Non è più il tempo di cercare fuori ciò che da sempre è dentro di noi .

Dice Gesù “ Il regno dei cielo è dentro di voi e chi conosce se stesso lo troverà “ .

La vera ragione della vita è la vita , l’esistenza .

Poiché la vera realtà , non è totale se non è vissuta interamente .

La condizione è realizzare se stessa attraverso il concepimento del suo vero stato che comprende il Tutto perché è la “ Vita Una“.

La realtà non è un’esperienza di vita ma la vita che mostra un’esperienza completa totale ed assoluta .

Il Tao dice : “ Agisci senza agire “ cioè non essere identificato nell’azione per non generare Karma .

La radice è nell’assioma indiano : “ Io sono Quello , Quello sono Io “, da cui ogni forma pensiero trae spunto per essere .

L’io autocosciente è essenza di sé perché racchiude ciò che esprime e manifesta il contenuto del suo essere per autoriconoscersi in essenza di sé .

L’attributo della ricerca è trovare , ma lo sforzo deve essere fare proprio il frutto di tale sforzo , poiché se manca questo presupposto non sarà mai possibile identificarsi nell’essenza .

Questo è il compito dell’uomo .

Risvegliare attraverso la contemplazione la potenza cosmica che è latente in noi e che nello Yoga viene espressa dall’energia Kundalini .

Un’energia che appartiene all’essenza sostanziale e che sviluppa nell’uomo capacità innate alle quali egli ha rinunciato per mancanza di consapevolezza di se stesso .

Consapevolezza che esula dalla coscienza perché direttamente connessa alla radice di Sé .

E’ un sentiero di riscoperta di un’essenza che genera vita e che è vita in ogni cosa .

Ogni dualità perde la sua funzione solo quando l’essere generato si riconosce nel suo generatore , il Figlio nel Padre , quell’energia da cui proviene solo in apparenza e che è unica ed indifferenziata .

E’ un’energia che è latente nell’uomo e non sa di possederla .

Senza conoscere che nel profondo di ogni essere c’è l’essenza delle cose . Di ogni cosa ed è uguale per tutti .

La verità è a portata di mano se si ha il coraggio di saperla cogliere .

La contemplazione ci offre la possibilità di realizzare l’assoluto , che non può essere mentale .

Il concetto privo della sensazione sembra scevro d’amore mentre è capacità di libertà assoluta essendo vita che da conoscenza a qualunque coscienza .

Non è facile di essere divini ; non è facile proprio perché implica doverlo essere e , essendo assoluti , si rischia di dover riconoscere che tutto è veramente dentro se stessi già ora e subito .

Bisogna avere il coraggio di identificarsi nel frutto stesso della conoscenza che si acquisisce .

E qui sta il punto : se la conoscenza c’è già ed è in ogni essere perché innata , la vita stessa non è mai scissa da nessuna cosa anche se pensa di provenire da un punto iniziale .

Proviene perché vede in modo dinamico e non in maniera sostanziale essendo , essendo il tutto , l’assoluto .

Contemporaneamente ora si svolge il tutto ; sempre è il tutto senza nessuna differenziazione per essere . E’ .

Per essere bisogna creare e così si diventa ciò che non si sa di essere ancora e si ricerca il Sé il Sé per diventare la realtà che è già dentro di sé .

Si sviluppa così la coscienza neutra e l’energia neutra in quanto stato di armonia , consapevolezza e potenza .

Nasce così l’atto di determinazione che ci consente di attingere immediatamente l’assoluto da noi stessi . Non più l’essere che diviene ma l’essere che E’, che è già perché così E’.

Milano febbraio 2012

 

QUATTRO INCONTRI CON GLI STUDENTI DELL’ACCADEMIA
DI BELLE ARTI DI BRERA A MILANO

 

L’ARTE E LE FILOSOFIE ORIENTALI

COORDINATORE PROF. PINO MANOS

 

FILOSOFIE ORIENTALI

INDIA

Verso il 5000 a.C. in India si genera un clima favorevole per il sorgere della filosofia , cioè porsi le grandi domande del perché della vita ed elaborarne le risposte .  Ciò è dovuto al fatto che la tradizione crede che antichi istruttori del mondo sono ritornati sulla Terra in un processo di reincarnazione .

In quel periodo inizia un processo di risveglio culturale della speculazione filosofica che dura ancora oggi .  Nascono così i libri sacri dell’India dagli antichi Veda alle Upanishad .  All’inizio le tradizioni sono verbali tramandate nei millenni , poi si formulano e si espongono dei principi che diventano la filosofia vedica .

Sia nella fase orale che in quella scritta ( circa 1500 a. C. ) è determinante il metodo che giunge fino a noi grazie alle culture iniziatiche segrete e a quelle popolari .  I saggi lasciano ai loro discepoli , ben selezionati l’incarico di continuare la tradizione attraverso il metodo insegnatogli .  Questa costruzione filosofica si è così potuta susseguire nei millenni mantenendosi quasi inalterata .

Ancora oggi esistono in India degli ashram ( centri iniziatici sorti intorno ad un maestro spirituale ) che continuano a praticare questo metodo .  Le domande riguardano l’universo e la cosmogonia : su quali fondamenta poggia l’universo transitorio e il suo cambiamento e quando l’universo scompare che cosa rimane del Cielo , degli Dei e del nulla ! e ancora quali sono le basi della realtà umana sia impermanente che transitoria e dopo la morte l’uomo dove và e cosa diventa ? .

I saggi indiani , i Rishi , pongono tre assiomi fondamentali :

I – Nulla può essere creato , tutto esiste , tutto ciò che esiste non è il nulla , da quel nulla non può venire nessun tipo di realtà : Tutto è adesso , il passato e il futuro non ci sono mai stati .

II – Se c’è qualcosa di reale ora , non solo è sempre stato , ma sempre sarà .  Nulla può essere distrutto c’è soltanto il cambiamento della forma .

III – Ciò che è evoluto è stato involuto ; ciò che è stato involuto diventa evoluto .  E’ il meccanismo causa – effetti .

– Questi postulati sono strumenti logici di una chiarezza e lucidità senza margini di ambiguità , indagano gli aspetti fenomenici per riportarli , fino ad arrivare alla causa degli effetti , alla causa delle cause , fino a dove l’analisi si ferma .  Quando l’analisi si ferma nasce una unità fondamentale indivisibile che in sanscrito vuol dire “ Quello “ , oppure “Ciò “ con significato soggettivo .  Uno dei grandi mantra (invocazione) dell’India recita : Io sono Quello , Quello sono io .

In India l’approccio spirituale sotto l’influenza del Vedanta designa allegorie e simboli dalle numerose funzioni e attività di suono – luce che determinano le diverse forme della Divinità .

Il sapere sacro dei Veda fa emergere una nozione d’un assoluto impersonale formante la base del succedersi dei fenomeni il Brahman  termine neutro e di un Demiurgo personale responsabile del mondo della manifestazione e dell’Universo .  Il sapere sacro e profano del

mondo indiano si identifica come poema epico il Mahabharata un complesso di norme che riguardano il comportamento regale , ma anche dei principi epici a cui si ispira il suo comportamento in forma di aforismo .  Il poema si ispira agli alti ideali della compassione , dell’innocenza , della fedeltà alla Verità , dell’umiltà e della pazienza come auto – dominio , sopportazione – indulgenza .

Il vertice più alto del Mahabharata è il Bhagavad Gita detto “ il Vangelo dell’India “ che forma con le Upanishad e i Brahmasutra la triade che sintetizza i temi più importanti che riguardano l’epica sulla Divinità , il mondo , l’uomo e tutto ciò che riguarda la liberazione dal ciclo delle rinascite .  Il testo canonico conosciuto come Gita con le sue 700 strofe ci dona gli insegnamenti di Krisna la manifestazione sulla terra del divino amore .  La Gita si qualifica essa stessa Upanishad , oltre che “ scienza di Brahman “ dove la divinità è l’unico Ente – Reale fondamento del mondo del divenire che è trascendenza e manifestazione .  Nella Gita , il Poema , come viene chiamato , una delle cinque gemme della letteratura Sanscrita è il meglio della filosofia indiana .  Il poema epico si svolge su un campo di battaglia dove da entrambe le parti si confrontano amici e parenti .  Krisna spiega a Arjuna , suo discepolo che uccidere il corpo non è uccidere l’anima che è eterna e immortale .

Scopo dell’autore della Gita è quello di liberare l’uomo dalla miseria e dal dolore della vita per raggiungere uno stato di beatitudine assoluto chiamato Brahman .  Le vie indicate per la liberazione totale sono : la filosofia Sankhya , la filosofis Yoga e quella del clero ortodosso .

–  La prima nega l’esistenza di un creatore o essere supremo , perché la sola conoscenza porta l’uomo attraverso l’introspezione a comprendere e realizzare la propria vera natura e quindi la liberazione

–  La seconda afferma l’esistenza di un essere supremo e quindi l’uomo può raggiungere l’illuminazione soltanto con la contemplazione estatica rivolta a quella divinità .

–  La terza , quella del clero ordinava l’uso di sacrifici e rituali obbligatori .

Lo scopo della Bhagavad  Gita è quello di dimostrare che il “ Sentiero della devozione “ non esclude nessuna via e che ogni individuo , nella sua esistenza , deve adempiere a tutti i doveri , importante  è che sia assiduo nella contemplazione all’Essere Supremo “ .

Esiste una rassomiglianza singolare fra gli insegnamenti della Gita e quelli del Nuovo Testamento .  L’aspetto devozionale è simile , sia in Krisna che in Gesù , due ricercatori dell’amore divino .  Molti orientalisti anno pensato all’influenza del Cristianesimo dalla Gita o viceversa .  Studi approfonditi anno dimostrato che l’adorazione di Krisna esisteva in Armenia nel terzo secolo a.C. .  Nella Gita esistono due maniere diverse per intendere “ Supremo Spirito “ .  In una è impersonale e prende il nome di “ Io sono Quello “ , “ Purusa  è il Sé “.

Nella seconda Krisna si identifica con Brahman e parla in prima persona come Dio .

La Gita Nella sua prospettiva epica esprime il desiderio di unione con l’Assoluto .  Pertanto persegue il Dharma (le regole sacre) diventa un compito disinteressato del proprio compito esistenziale , mentre i frutti  delle buone azioni sono offerte come dono sacrificale alla divinità per pareggiare il buon Karma che porterebbe il saggio a rinascere .

Il devoto tenderà a personificare il Brahman domandando una protezione potente affinchè si chiuda il ciclo della rinascite e finalmente essere riassorbito nella sua realtà suprema .

Krisna spiega ad Arjuna l’immortalità dell’anima : “ sappi essere indistruttibile Quello che tutto questo compenetra niuno può effettuare la distruzione di Ciò che è inesauribile . Questi corpi dello Spirito eterno , indistruttibile illimitato sono detti perituri ; quindi combatti o Bharata ! Colui che ( lo Spirito Eterno ) considera quale uccisore e colui  che lo ritiene ucciso , sono entrambi ignoranti , Esso non uccide ne è ucciso – non nasce ne muore mai ; ne avendo esistito cessa mai di esistere mai più – non nato , perpetuo , eterno , antico non è ucciso quando il corpo è ucciso . Quello Spirito ( che dimora ) nel corpo di ognuno è indistruttibile , o Bharata ; perciò non dovresti per niuna creatura menar cordoglio .  Inoltre , in quanto al tuo dovere non dovresti esitare , poiché per un Ksatriya ( guerriero ) nulla va di meglio di una legittima guerra “ .

Krisna vuole indicare che colui che appartiene alla casta dei guerrieri deve assolvere il compito di portare all’umanità un messaggio ( in questo caso del Divino Amore ) a tutti gli Esseri .  E’ interessante notare che il colore della pelle del Dio Krisna , incarnazione di Visnu’ , è di colore blu notte , allusione allo spazio cosmico onnipresente , espressione dell’attuale età del mondo , mentre nelle precedenti la figura del Dio era Bianco , rosso e giallo . I quattro colori ( i Varna ) rappresentano i principali gruppi sociali dell’India e ciascuno esprime uno degli Yuga ( i cicli cosmici ) .

La veste di Krisna è gialla e rappresenta i Veda , i testi sacri che esaltano il mistero divino .

Secondo il sistema Samkhya l’evoluzione dell’ordine cosmico è il frutto delle varie combinazioni di sattva ( luminoso ) , rajas ( attivo ) e tamas ( oscuro )   .  Tre forze che sono rappresentate nella tradizione rispettivamente dai colori rosso , giallo e verde .

OM “ il primo di tutti i mantra che nella simbologia del rito diventa la forma vocale dell’Assoluto , matrice dei Veda e dei mondi .

La coscienza pura è rappresentata dal vuoto metafisico .

La Vacca Cosmica da dimora in ogni sua parte a una divinità .

Brahman è l’Assoluto la Divinità suprema , unica puramente spirituale onnicosciente , onnipresente e onnipotente , creatrice e reggitrice del mondo .

La Trimurti è costituita da Brahma , Visnu ‘ e Siva

-Brahma è il Creatore , il Formatore , l’Assegnatore , il Padre degli esseri passati e futuri , l’Onniveggente è rappresentato con quattro volti che guardano verso i punti cardinali e dalle sue bocche enuncia i quattro Veda .

-Visnù il Conservatore viene rappresentato sul cobra primordiale con molte teste in uno stato di sonno cosmico nell’intervallo tra la fine del mondo e un suo nuovo principio .

-Siva colui che distrugge per rigenerare viene anche raffigurato come il signore della danza cosmica “ Natarja “

Ogni divinità è trina , le tre Potenze di Siva vengono simboleggiate dal Tridente ( il Trisula ) con le sue tre punte e dalle tre strisce di cenere orizzontali che lui e i suoi devoti segnano la fronte , il cuore , le spalle e il dorso su braccia e gambe ( Tripunda ) il segno triplice . Per i visnuiti il “ segno verticale “ ( Urdhvapundra ) , esprime l’impronta delle piante dei piedi di Visnu’ tenute parallele .  E’ interessante notare come Gesu’ e Siva diventano una vittima sacrificale di un sacrificio universale dove il Dio immola tutti gli esseri e alla fine “ se stesso da se stesso “ diventando il Signore di tutto .  Il mistero sta nella gola di Siva dal colore blu notte dove si fissa il veleno mortale , concentrato di morte di tutti gli esseri per salvare il mondo .

Otto grandi cobra divini , avvolgono Siva , per tenere lontano da lui gli impuri e i pavidi ; una collana formata di teschi dei Brahma degli universi trascorsi è in mostra sul suo petto .  Una falce di luna tra i suoi capelli emana il nettare dell’immortalità bagnandoli , essi riprendono vita.  La sua nudità esprime la Coscienza divina originale con il vortice della sua danza egli evoca e dissolve le forme del divenire .

Le quattro raccolte di inni conosciute sotto il nome di Veda sono considerate fra i documenti letterari più antichi dell’umanità e in particolare dell’India .

Veda  significa Rivelazione o conoscenza .

Il più antico e il Rig – Veda o libro dei versi , che daterebbe al 1500 a.C.

L’Atharva Veda pare il più giovane , mentre l’Yayurveda è una voluminosa raccolta di formule incantatorie .

Certamente fra gli Arii dell’antica india ci furono degli uomini dotati di facoltà superiori , depositari di una scienza sacra riflesso o ricordo della Rivelazione adamitica . Gli inni vedici contengono delle allusioni molto chiari alla fisica generale ed è chiaro che avevano compreso perfettamente la natura e l’origine dell’immutabile equilibrio cosmico .

I – Il principio dell’Essere è doppio .  In Cinematica si afferma nel ritmo alternativo : flusso e riflusso , inspirazione ed espirazione.  Appare chiaro nella differenziazione dei sessi e in elettromagnetismo .

II – La quantità di energia impartita nell’economia del cosmo è costante .  Ogni caduta di potenziale di un punto dello spazio è  compensato da un aumento di potenziale segno contrario : niente si perde .

III – Ciò che è in alto è come ciò che è in basso e reciprocamente .

IV – Il gioco delle forze cosmiche genera un movimento rotatorio sintesi di una serie di azioni e reazioni .

Le gamme della svastica rappresentano gli elementi di questa coppia dinamica .

Nelle due sette : il Visnuismo conta il maggior numero di adepti nel nord dell’India e il Sivaismo presente soprattutto nel sud .  Siva rappresenta la potenza che è più forte della morte , cioè l’energia creatrice , ovunque si manifesti e sotto qualsiasi forma .

La fisiologia occulta dell’essere umano secondo lo yoga in India

Yoga è il termine sanscrito che indica tecnicamente “ Unione “ ma anche “ Giogo “ , sia congiunzione che soggiogamento .  Esso indica l’unione dell’uomo con i suoi più alti livelli ma anche l’unione e il soggiogamento per raggiungere i fini più alti .

Esistono varie forme di yoga :

I.Hata yoga  –  per la padronanza del corpo fisico

II.Karma yoga  –  Lo yoga dell’azione del lavoro e delle leggi

III.Bakti yoga  –  Lo yoga dell’amore Divino della dedizione e della   Devozione

IV.Jnana yoga  –  Lo yoga della sapienza e della emancipazione che Porta alla liberazione dalla schiavitù delle rinascite:Samsara e Karma ( le leggi della vita e della morte ) Con l’aiuto della conoscenza , della comprensione e Della saggezza

V.Raja yoga  –  Questo è lo yoga del dominio mentale , del controllo Delle forze potenziali nell’uomo e del dominio psichico

VI.Laya yoga  –  Lo yoga della sintesi di tutte le forme precedenti che Controllano le energie dell’essere ( Shakti )

 

 

FILOSOFIE ORIENTALI

CINA

La base di tutta la filosofia cinese dai tempi antichi ad oggi è il pragmatismo scientifico .  I cinesi usano le qualità intuitive della mente per conoscere ed interpretare la realtà .  La profondità della loro saggezza è racchiusa nella mente intuitiva che nulla concede al sistema logico della conoscenza .  Fondano le basi della scienza con la cosmogonia di Yi , Tai Ki , Tao e la virtù etica Te e l’osservanza del Ming che è il Cielo = T’ien .

Il Tao è alla base della loro filosofia e più che nel Confucianesimo è nel Taoisimo , in particolare , che emergono i canoni basilari della vita .

Il Tao si manifesta attraverso la dualità del dinamismo universale ed è simbolizzato da due elementi Yin e Yang che rappresentano la totale energia che pervade la vita cosmica su tutti i piani di esistenza .

Le due polarità sono racchiuse simbolicamente in un cerchio che ne rappresenta l’unità .

Yin è l’aspetto femminile centrifugo e rappresenta il polo negativo mentre Yang quello maschile centripeto il polo positivo .

La particolarità è che Yin contiene nel suo centro Yang e viceversa Yang contiene Yin .  Non può esserci la vita senza che le due polarità non siano presenti simultaneamente .  Lo Yin e lo Yang determinano l’azione reciproca del dinamismo universale , mentre l’unità corrisponde alla potenza creatrice emanata dal Tao .

La connessione tra Yin e Yang produce un effetto che è la generazione degli esseri rappresentato dal ternario che nella sua evoluzione determina l’ordine delle successioni .  Dai loro rapporti deriva ogni esistenza e manifestazione , sia essa animata o inanimata .

Essi assorbono l’intera natura manifesta e non come principi fondanti di tutto il dominio della conoscenza .  Viene utilizzata in ogni aspetto della vita quotidiana e applicata nella morale , nella fisica , nella metafisica , nell’astronomia e nella meteorologia .

In senso cosmogonico lo Yin e lo Yang rendono attivi la Terra e il Cielo .

Tai Ki esprime il caos chiamato anche il Grande Estremo , Grande Unità , Grande Tutto o semplicemente Ki o Yi .  Da Yi nascono Yin quale madre e Yang padre , dai loro moti si evidenziano i cinque elementi dai quali si manifestano tutte le cose che costituiscono l’universo .

L’unità energetica dello Yin e dello Yang fa si che tutti i fenomeni da quello cosmico e umano a quello fisico e spirituale nascano e diventino manifesti con le loro trasmutazioni .

Nella vita filosofica della Cina emergono tre figure che influenzano la vita e l’esistenza di questa nazione .

Nel 604 a.C. nasce Lao Tzu , mentre Buddha nasce nel 623 a.C. e Confucio nel 550 a.C.   E’ Lao Tzu il “ Vecchio Maestro “ o “ Eminente Vecchio Maestro “ che con il Taoismo ha capito il vero significato e la totalità dell’uomo inserito nell’universo .  Il Taoismo non fu soltanto una corrente filosofica cinese ma diede un’impronta storica alla vita universale .  Se il Buddhismo fu accolto in Cina , pur essendo di origine indiana fu perché veniva considerato una forma di origine Taoista .

Infatti , in Cina prosperano soltanto le scuole buddhiste inserite in un contesto Taoista .  Intorno al VI – VII sec. Della nostra era avverrà un sincretismo tra il Buddhismo e il Taoismo nei suoi elementi fondamentali , dando origine ad una nuova filosofia che prenderà il nome di “Ch’an “ ( meditazione ) e Zen ( in Giappone ) il cui influsso ha pervaso l’intero Occidente nella filosofia e nell’arte .

Nel Taoismo esiste una morale altruistica che consiste nell’abbandono alla Provvidenza e la saggezza consiste nell’astrarsi dagli avvenimenti e dagli uomini per non ostacolare il flusso del Tao .

La fecondazione dello Yin e dello Yang produce un nuovo essere che rappresenta il numero tre .  Nasce così l’ordine delle successioni che costituisce il “ Ternario Evolutivo “ .  Il primo ternario sarà : Yang , Yin , Yang ….. considerando che i poli contrari si attraggono .

Il secondo ternario sarà : Yin , Yang , Yin ….. e così di seguito .

Questa progressione estesa all’universo ci da la spiegazione del fondamento del libro ideato da Lao Tzu , il “Tao Te Cing “ conosciuto anche con il nome di “ Il Libro della Via e della Virtù “ .

Secondo Lao Tzu è anche  “ Yu “ o “ Essere “ e “ Wu “ o “ Non Essere “ , e “ Wu – Ming “ o “ Senza Nome “ .  Il Tao è oscuro e inesorabile è vuoto ma eterno è il Principio del mondo .  Lao Tzu dice : Io non conosco il suo nome , lo chiamo Tao . Ogni cosa ha origine dall’ “ Essere “ e

l’ ”Essere “ ha origine dal “ Non Essere “ .

L’” Essere e il Non Essere  si generano “ il Tao ha dato origine a tutte le cose e il Tao le genere , le nutre e le vivifica .

Il Tao non si appropria di niente fa di tutti gli esseri “ ciò che sono “ .

Il Tao di cui si può parlare , non è l’eterno Tao ; il nome , con cui si può chiamare non è l’eterno nome .  Senza un nome , è il principio del Cielo e della Terra .  Con un nome , è la madre di tutte le cose .  Senza il desiderio si percepisce il limite .  I due punti , gli stessi in origine hanno solo nomi diversi .  L’identità si chiama mistero , mistero del mistero , ecco la porta dell’indefinibile nel mondo si ritiene il bello per il bello ed è male ; si ritiene il bene per il bene , ed è male .  L’Essere e il Non Essere si generano ; il difficile e il facile si perfezionano ; il lungo e il corto si adeguano ; l’alto e il basso si rovesciano ; il suono e la voce si armonizzano ; il prima e il dopo si seguono .

Perciò l’uomo saggio attua il “ Non Agire “ nelle cose , pratica il “ Non Dire “ nell’insegnamento , compie ogni cosa e non dice niente .  Produce e non possiede , agisce e non pretende , realizza l’opera e non vi si affeziona .  E proprio perché non vi si affeziona , non se ne allontana .  Se non si esaltano i meriti le genti non si rivaleggiano ; se non si apprezzano le ricchezze le menti non diventano ladre ; se non si guarda ai desideri , la mente non si confonde , …… se si agisce senza fare tutto resterà in ordine . “  E ancora nel capitolo 4 dice :  “  il Tao è un vuoto che l’azione non riempie ; è profondo come un baratro , è l’Origine di tutte le cose .  Attenua ciò che è acuto , scioglie ciò che è confuso , armonizza ciò che è chiaro , si identifica con la polvere . E’ profondo , si , sembra esistere da sempre .  Io non so di chi sia figlio , credo proceda dagli Dei .

Il Tao non è il nulla , ma produce tutte le cose è un’energia .

Il Tao è nell’universo anche se ne è l’origine ; non è fuori dell’universo è una forza insita nell’universo e costituisce l’unità con se stesso , come l’uomo .”

La perfezione individuale comporta la perfezione sociale e consiste nella totale distruzione del desiderio .  Così il “ Non Agire “ del Tao significa agire spontaneamente .

Il “ Wu – Wei “significa “Non Agire “ o Non Essere identificato nell’azione e “ Wu – Shih “  “Non Fare “ .

Il Tao è l’armonia di tutti i contrasti .  Il fondamento del Tao resta la naturale fusione del Tao dell’uomo , con il Tao universale .

Con il Tao bisogna giungere ad un totale svuotamento ( vuoto totale ) di se stessi per arrivare all’ ”Agire – Non agire “ perché nel  Non – Agire non si trasformano le leggi del mondo ma realizziamo l’adesione completa e spontanea del suo processo evolutivo .  Il metodo consiste nell’abbandono alla conoscenza intuitiva , per lasciare la mente libera  di muoversi nella pura intuizione .  Gli stessi concetti di naturalezza e spontaneità li ritroviamo in Giappone nello Spirito Zen .  Il Taoismo e lo Zen hanno bisogno di una vita contemplativa per risvegliare l’intuizione e assimilare i significati profondi della pratica filosofica : l’azione diretta rivela gli eventi nella loro essenza , senza moralità , in uno stato di autocoscienza .

Il pensiero di base è che l’integrità spirituale è latente in noi da sempre e pertanto è importante farla emergere in maniera attiva e spontanea .

Ogni individuo è una unicità spirituale che contiene in Sé la consapevolezza della Totalità .

Il fondamento del Taoismo è la ricerca della beatitudine assoluta attraverso la pratica contemplativa che porta allo svuotamento dei sensi e della mente per raggiungere un’armonia cosmica che è l’immortalità dell’anima .  Lo scrittore Ray Grigg nel suo libro “ Il Tao e lo Zen “ ne da un’esauriente sintesi : “ Il Taoismo è la soluzione del paradosso soggetto – oggetto , attivo – passivo , inventato dall’intenzionalità autocosciente . Rimette insieme la totalità che la volontà personale ha infranto .  Nei termini più semplici questo si ottiene entrando nella dicotomia e diventando l’immobilità vuota al centro del paradosso .  Questa strategia passò poi al Ch’an cinese e divenne strategia essenziale dello Zen Giapponese “ .

Se lo Zen è un’estensione diretta cinese piuttosto che di quello indiano come si spiegano allora queste analogie e l’etmologia del termine Zen .

Victor H.Mair sostiene in modo convincente che si possono tracciare paralleli fra l’antico classico Taoista e la Bhagvadgita indiana .

Mair sostiene che la tradizione Yoga indiana si propagò oralmente in Cina intorno al 1000 a.C.  Ma i cinesi nell’adottarla , ne rimodellarono la sapienza secondo le proprie forme e intenzioni e quindi articolarono nel Lao Tzu ovvero Tao Te Cing .

La realtà del Tao essendo al di fuori dei sensi al di là della realtà stessa può essere percepita soltanto con la negazione di ciò che è la realtà .

Nasce così la contrapposizione tra “ essere “ e “ non essere “ .

Dove il  “ Non Essere “ non è negativo , ma è soltanto un’espressione per indicare la diversità dell’essere .  Il Tao essendo indefinibile viene indicato con un simbolo fonetico che non lo definisce .

Il Taoismo si fonda sulla contemplazione che porta alla Pura Consapevolezza o Rigpa che è il fondamento di tutte le tradizioni spirituali compresa quella occidentale Cristiana .

 

 

FILOSOFIE ORIENTALI

IL BUDDHISMO

L’illuminato , il principe Siddharta Gautama ( 366 / 483 a.C. circa ) , detto Buddha sviluppa una dottrina che dall’India si diffonde nel mondo diventando una delle grandi religioni universali .

La sua visione oltre che l’atteggiamento etico diventa dottrina di salvezza e liberazione .  Dona una guida filosofica per il grande viaggio dell’uomo nella sua incarnazione che chiama “ Yana “  ( veicolo ) .

Nei secoli la corrente buddhista si scinde in tre forme ben distinte :

Hinayana o Piccolo Veicolo  , Mahayana o Grande Veicolo , Vajrayana o Veicolo del Diamante .

Nel Buddhismo esiste la negazione di un Dio personale ( Isvara ) è la presenza di un “ Sé “ ( Atman ) che sopravvive alla morte , sviluppando la trasmigrazione di vita in vita per arrivare alla Illuminazione , che è la liberazione consapevole dalla catena delle esistenze nel mondo della manifestazione .  Per il Buddha la manifestazione stessa è un’illusione che chiama maya .

Il Buddhismo nasce come alternativa al Bramanesimo che si fonda su un pensiero radicale dell’antica filosofia indiana preclassica , spesso ateistica fondata sulla  negazione dello stesso maestro per sviluppare attraverso l’ascesi  una condizione della gnosi liberatrice .

L’asceta diventa itinerante e si nutre di cibo questuando .

La vita del Buddha ha un fondamento storico e la sua esistenza la si può dividere in tre fasi :

-La nascita e l’infanzia

–    La via verso l’illuminazione

-Gli anni della predicazione e della fine della vita

Nasce a Kalipalavastu , una regione himalayana , ai confini del Nepal in un clan degli Shakya nel paese di Kosala .  La sua è una nobile famiglia e pertanto trascorre la prima parte della sua infanzia nel lusso ricevendo un’educazione adeguata al suo rango .

Si sposa giovanissimo con una principessa Shankya da cui avrà un figlio di nome Rahula .  Suo padre era Shuddhodana , il capo del clan degli Shankya  .  Sua madre muore dopo il parto e suo padre sposa come seconda moglie una Gautanu che diventerà matrice del bimbo divino e gli darà un fratello di latte del Buddha che diventerà il suo attendente e principale discepolo Ananda .  I sapienti chiamati dal padre riscontrarono nel neonato Siddhartha segni particolari che ne annunciavano la sua futura grandezza o come monarca universale o come asceta e maestro di saggezza .  Il padre diede degli ordini tassativi di isolamento totale per il figlio dalla vita al di fuori della corte Ma Siddhartha all’età di 29 anni ebbe il desiderio di evadere dalla corte per conoscere la vita degli altri uomini e lungo la strada incontrò un vecchio , ne rimase sconvolto dall’ineluttabile destino impermalente della vita . In altre due circostanze uscendo fuori dalla reggia vide un malato e un morto che veniva trasporto alla cremazione .  Per lui fu una rivelazione traumatica e decise di dedicare la sua esistenza interamente alla ricerca della verità profonda .  Fuggì nottetempo dalla corte e incontrò due brahmani famosi per la loro ascesi ( Aradha Kalama e Udraka Ramaputra ) dai quali apprese molti insegnamenti , rimanendo con loro per un anno . Studiò molte tecniche yoga di Pranaiama ( respirazione ritmica profonda ) e ascetismo , constatando che il problema del dolore nel mondo rimaneva comunque nell’essere umano .

Decise di ricercare da solo assieme a cinque compagni la verità nascosta praticando ascesi rigidissime con digiuni che lo portarono a una dimensione fisica molto precaria , si dice che si nutrisse di un chicco di riso al giorno .  Dopo sei anni di ascesi stava per morire di inedia senza risolvere il problema della liberazione della vita dal dolore Non avendo raggiunto la quiete dello spirito realizza una via nuova

La Via di mezzo “ o “ Via Intermedia “ iniziando un sentiero di meditazione e distacco dal mondo.

A trentacinque anni in una notte di meditazione profonda decide di morire o di realizzarsi .  A Bod- Gaya sotto un albero di un ficus religiosa riceve l’illuminazione totale ( La Bhodi ) attraverso tre visioni :

Nella prima vede tutte le sue reincarnazioni realizzando il ciclo infinito delle rinascite .  Nella seconda osserva il mondo come risultato del Karma individuale e collettivo , con le azioni positive e negative , attuali e precedenti .  Nella terza osserva il dolore e constata la sua origine nel movimento di causa ed effetto come attaccamento alle cose del mondo .  Diventato il Risvegliato , un Buddha vivente , Siddharta , consapevole dello spirito di verità a Benares , nel suo famoso sermone  divulga a tutti gli esseri la rivelazione della via di salvezza attraverso la

Quadruplice Verità :

-L’esistenza del dolore

-La causa del dolore è il desiderio

-L’eliminazione del desiderio comporta la cessazione del dolore

-La liberazione si raggiunge seguendo un “ ottuplice sentiero “

I Quattro punti possono diventare forme di consapevolezza  e rettitudine per tutti gli esseri che desiderano raggiungere la liberazione .  Dopo una fase di indecisioni e dubbi sul modo di rivelare al mondo l’illuminazione ricevuta decide a Benares nel discorso “ La messa in moto della Ruota della Legge “ o “ Sermone di Benares “ di porre i tre pilastri o gioielli del Canone Buddhista : Il Buddha , il Dharma ( la dottrina ) e il Sangha ( la comunità ) .

Al Sermone sono presenti i cinque asceti , un tempo suoi amici e  maestri che ricevendo i voti monastici e diventano i primi divulgatori della nuova dottrina che si diffonde rapidamente , non solo nel contesto Indù , ma anche presso i laici , formando ben presto anche una comunità femminile .

Il Buddha trasmette il suo insegnamento spirituale per ben quarantacinque anni percorrendo senza sosta l’India occidentale .

Nel 486 a.C. all’età di ottanta anni muore avvelenato pronunciando le ultime parole : “ Tutto trascorre e perisce , ma il compito dell’uomo è quello di cercare la verità per raggiungere la salvezza eterna “ .

Dopo la morte entra nel paranirvana , uno stato particolare , destinato soltanto a colui che ha completato il ciclo delle incarnazioni , per non poter più rinascere  .  Nel 477 a.C. si forma il primo concilio che ha il compito di formulare il Canone Sacro come rielaborazione delle dottrine predicate dal Buddha .  Nasce così la scuola Hinayana o del Piccolo Veicolo che poi si contrapporrà alla scuola Mahayana o del Grande Veicolo con il compito di allargare il Corpus Canonico con interpretazione laica del Buddhismo in contrapposizione allo stato monacale .  Una terza corrente prenderà il nome di Vajrayana o veicolo del Diamante .

Attraverso la dottrina delle quattro verità si deduce la presenza del dolore nel mondo e attraverso un lunga pratica meditativa si superano i desideri e gli attaccamenti per conquistare l’illuminazione .

Il punto di partenza è il riconoscimento del fatto che tutta la vita è dolore ( prima nobile verità ) .  L’origine del dolore si identifica con la brama che una vita dopo l’altra è , di conseguenza , il dolore in cui la vita consiste ( seconda nobile verità ) .  E’ possibile eliminare la radice della sofferenza ma per farlo bisogna sradicare la brama che è la causa determinante della continuazione dell’esistenza ( terza nobile verità ) .  Lo stato che si consegue è il Nirvana che costituisce la fine del doloroso ciclo delle reincarnazioni ( quarta nobile verità ) .

Con l’assidua pratica meditativa si superano i desideri e gli attaccamenti per raggiungere l’illuminazione attraverso la pratica dell’Ottuplice sentiero :

1 – Retta Visione

2 – Retto Pensiero

3  – Retta Parola

4 – Retta Azione

5 – Retto Modo di Vita

6 – Retto Sforzo

7 – Retta Consapevolezza

8 – Retto Raccoglimento

Il neofita seguendo e perseverando l’applicazione dell’Ottuplice Sentiero può giungere al Nirvana .

Per capire l’insegnamento del Buddha è importante conoscere il contesto sociale , culturale e religioso in cui si trovava l’India ai suoi tempi .  Era una società divisa in caste chiuse ed ereditarie per nascita esisteva la casta dei brahmani , la casta superiore dei sacerdoti , da cui dipendono tutte le altre , dei guerrieri , a cui apparteneva Siddhartha e la terza quella dei contadini e allevatori che costituivano la casta dei servi che erano esclusi dalla partecipazione religiosa .

Esistevano poi i fuori casta , i “ paria “ o “ intoccabili “ , considerati impuri . La religione ufficiale era basata sui Veda , esclusiva dei brahmani .  Alla base di tutto era l’offerta dei sacrifici che soltanto il brahamano poteva eseguire per soddisfare ogni desiderio umano .

Il formalismo e l’aspetto simbolico del sacrificio aveva portato la spiritualità ad un vicolo cieco .

Il Buddha rompe la tradizione , la sua è una rivoluzione , rigetta l’autorità dei Veda , la pratica dei sacrifici , i rituali , le caste e pertanto i poteri stessi dei brahmani .  La sua è una rivoluzione sociale e totale .

Il primo anello rivelatosi al Buddha durante l’illuminazione è l’ignoranza , causa originaria del dolore , seguendo poi le predisposizioni , la coscienza , l’individuo , i sei organi , il contatto , la sensazione , la sete , l’attaccamento , l’esistenza , la nascita , la vecchiaia e la morte .  Solo quando questo ciclo di vita e morte verrà spezzato , quando il Karma si è esaurito e gli elementi che costituiscono il complesso psichico e fisico restano inerti , perché manca la forza motrice , si realizza uno stato di serenità totale , chiamato Nirvana .

L’unico elemento di continuità fra un’incarnazione e l’altra è il Dharma una sorta di minimo psicologico che si disintegra immediatamente .

Il Buddhismo , con le sue idee opera una straordinaria dissacrazione nei confronti del brahmanesimo in quanto non riconosce le caste e pone il destino degli esseri umani sul concetto del karma ( legge di causa ed effetto ) cioè dell’individuo .

Alla fine del primo secolo d.C. nasce in India un altro grande illuminato  la grande mente speculativa di Nagarjuna , che crea le basi della metodologia spirituale affermando i concetti di essere e non essere , come vacuità senza nessun senso , poiché tutto è relativo e la realtà è indefinibile , vuota e priva di definizioni .

Definisce fra “ Suniata “ o “ Vuoto Assoluto “ come stato di una realtà concreta che prende il nome di “Scuola di Mezzo “ poiché si pone in posizione intermedia fra le dottrine dell’essere e del non essere .

Per il Buddha la liberazione è determinata e alla portata di tutti senza bisogno di intermediari fra l’uomo e il divino , senza necessità di cerimonie o sacrifici animali  .  Il Buddhismo dissolve la concezione del tempo portando l’uomo a concepire un mondo extra-umano .

Il Buddha ha un atteggiamento laico e attribuisce all’uomo la capacità di conseguire la propria salvezza senza l’intervento della Divinità : si potrebbe dire gli Dei sono morti , l’uomo diviene .

QUATTRO INCONTRI CON GLI STUDENTI DELL’ACCADEMIA
DI BELLE ARTI DI BRERA A MILANO

L’ARTE E LE FILOSOFIE ORIENTALI

COORDINATORE PROF. PINO MANOS

 

IL CONCETTO DI SPAZIO IN LUCIO FONTANA

Nel “ Manifesto Blanco “ Lucio Fontana  e alcuni allievi nel 1946 in Argentina , pongono le basi della percezione dello “ Spazio Artistico “ diverso da quello del passato dove per loro le conquiste scientifiche diventano uno stimolo creativo .

Pensiamo alla disintegrazione dell’atomo con le esplosioni atomiche e i suoi disastri nella seconda guerra mondiale e le conquiste missilistiche spaziali .   Diventa pertanto possibile una operazione metodologica istintuale non razionale nella ricerca di nuove espressioni artistiche .

Lucio Fontana nel suo manifesto propone un coinvolgimento tecnologico nella operazione artistica sperimentando nuovi materiali come la luce nera di Wod , nei suoi ambienti e forme spaziali , presentati nel febbraio del 1949 alla Galleria del Naviglio di Milano o le spirali in Neon del 1951 alla IX Triennale di Milano .

Nel 1947 pubblica il primo “ Manifesto dello Spazialismo “ in cui proclama il superamento  “della pittura , della scultura e della poesia “ per andare oltre i futuristi che avevano proposto “ forme , colore e suono attraverso gli spazi “ , per arrivare alla percezione del movimento nel tempo e nello spazio .

Per Lucio Fontana ora qualsiasi opera è una opportunità per realizzare lo spazio .  Nelle sue tele applica pezzi di vetro colorato , lustrini iridescenti , schegge di ceramica e frammenti di materia di origine naturale o minerale .  Diventa molto prolifico eseguendo , ad Albissola , ceramiche baroccheggianti esplosione di una vitalità straordinaria .

Nel 1948 si manifesta in lui una intuizione che lo porterà a cercare uno “ Spazio Oltre “ .  Con un punteruolo fora la tela e pone il suo sguardo oltre , verso una dimensione incognita .

Nasce così il “ Concetto Spaziale “ dove la dualità spazio interno – esterno viene annullata .

Ma è con il gesto del taglio , che esprime un “ atteggiamento Zen “ , che trascende i parametri fisici e si porta sul piano della mente intuitiva , superando tutto ciò che aveva acquisito e sperimentato nella sua vita.  Diventa L’uomo che crea nuovi percorsi di coscienza .

Il gesto apparentemente brutale e violento diventa una traccia indelebile nella storia dell’umanità :  il coraggio di aver attraversato l’impervia zona del “ Non Conosciuto “ .

 

 

LO “ SPAZIO ESSENZIALE “ NELLA FILOSOFIA INDIANA

Per la filosofia indiana “ Lo Spazio Essenziale “ è una soggettività nuda astratta esistente in sé , eterna ed infinita , ma soggettiva .

Lo spazio è caratterizzato dal movimento cioè dal moto .

L’essenza del movimento è anche l’essenza della realtà quindi è essenziale connaturata all’Assoluto , a “ Quello “ .

Poiché il moto e il movimento derivano dall’Assoluto è un moto eterno ed infinito , non essendo limitato esso è riposo .

Ha una potenza infinita , così come la velocità delle vibrazioni , tanto che i nostri sensi non possono percepirlo .

Diventa pertanto Assoluto come riposo e immobilità .

La velocità di vibrazione è tale che l’universo , il moto assoluto e l’essenza del moto , sembrano immobili .

Tale da percepire la natura in uno stato di “ imperturbabilità “ .

In realtà bisogna percepire l’Assoluto perché la velocità dello “Spazio Essenziale “ è superiore a quella velocità che l’uomo considera movimento .  Ne deriva che lo “ Spazio Essenziale “ è immutabile e costante ed è l’espressione di una “ Legge “ innata e connaturata all’essenza presente in tutti i fenomeni dell’universo .

L’essenza della vita diventa pertanto :  “ QUA E SUBITO “

ARCHIVIO PINO MANOS
curato da Paola Porta Manos

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